Tutto cominciò dai fratelli Bau Musa, che inventarono il primo strumento meccanico di riproduzione musicale. Ma c'era tanta strada da fare prima dell'avvento del grammofono, dei nastri magnetici, poi dei dischi in vinile, le musicassette i supporti ottici e infine, i formati digitali. Se da un lato il mercato dei dischi in vinile torna ad essere di rilievo, dall'altro la tecnologia sviluppa nuovi modi per trasmettere, conservare, creare e riprodurre musica. Con l'avvento dell'MP3 e di altri formati che utilizzavano algoritmi di compressione simili, il sogno di conservare migliaia di canzoni nello spazio fisico di una mano, trasferire centinaia i brani musicali in pochi secondi e attingere ad enormi ed infiniti archivi divenne realtà. I dispositivi digitali non solo erano in grado di convertire un suono in bit ma adesso potevano farlo occupando davvero pochissimo spazio nel proprio hard drive. 
Il visionario Steve Jobs durante la epica presentazione dell' iPod dichiarò che presto: 
Avremmo potuto mettere tutta la nostra musica in una tasca.
La musica nei vari formati digitali (WAV, AIFF, ACC, FLAC, WMA, MP3, M4A ecc.) oggi è facilmente reperibile e non occupa spazio fisico, basta un iPod, un telefono, una chiavetta USB per avere decine di ore di musica sempre con noi.
Attualmente i formati mp3 e m4a sono i più diffusi ed utilizzati, ma la loro qualità non è neanche lontanamente paragonabile a quella ottenuta incidendo la musica su un disco. Essendo file che utilizzano particolari "Algoritmi di compressione digitale", riducono le dimensioni del file eliminando alcune informazioni (In termini di bit). Questa perdita riduce notevolmente la qualità audio anche in file con frequenze di campionamento molto alte. Il concetto stesso di campionamento ha implicito una perdita di informazioni.
Tuttavia, la perdita di qualità viene compensata dal guadagno di funzionalità che questi foemati hanno. Questi file contengono, infatti, anche informazioni all'interno di specifici tag (titolo, artista, anno, copertina ecc ecc), che possono essere visualizzati dai software e hardware progettati per la riproduzione di questi file, come i player virtuali del PC o i CDJ che utilizzano i DJ di tutto il mondo.

Ma proprio quando l'MP3 è diventato un file di dominio pubblico, utilizzato da casalinghe, studenti ma anche professionisti del settore musicale, ecco che arrivano due nuovi formati digitali che danno il via ad una nuova era del mercato musicale. In attesa di risposta da parte del mercato arrivano negli store di tutto il mondo i primi brani in MP5 e STEMS.
I nuovi formati multi-traccia introducono delle innovazioni che aprono possibilità creative senza precedenti, perché possono essere agevolmente manipolati; Si apre un nuovo modo di utilizzare la musica, ampliando le possibilità creative e cambiando totalmente i modi di fruizione e di interazione tra l'utente e la musica. Curiosi?  Andiamo subito a scoprire nello specifico le caratteristiche e le differenze tra MP5 e STEMS. 


Avere un file multi-traccia, da la possibilità di avere ad esempio voce, percussioni, basso e linea melodica in canali separati che possono essere "accesi o spenti" a piacere per essere riprodotte insieme o separatamente. Immaginate cosa si può fare! Ma che differenza c'è tra MP5 e lo STEMS? Vediamolo insieme:

MP5

L'mp5 è il nuovo formato audio brevettato da Recwon srl e sviluppato dai nomi Italianissimi: Pietro di Franco e Francesco Morana. La grande innovazione di questo formato audio è quella avere la possibilità di editare l'audio con un semplicissimo player, senza necessariamente aprire un software per l'elaborazione musicale. Grazie a questa innovativa tecnologia possiamo togliere, ad esempio il suono di una chitarra, una batteria o un basso con un semplice clic. Oppure trasformare una canzone in una base musicale, semplicemente attivando il mute sulla voce. Oppure possiamo aumentare o diminuire la velocità del brano, cambiarne facilmente la tonalità, adattando ogni brano alle nostre esigenze. Possiamo facilmente manipolare una brano musicale in alta qualità come se si trattasse di un file MIDI.

Questo apre una vasta gamma di opzioni, sia per i semplici consumatori di musica che per i professionisti come musicisti, cantanti, producer e DJ. Pensate ad esempio, alla possibilità ad  di silenziare un pianoforte suonato dal vivo con un Lead creato virtualmente in studio, con un semplice click. Questo nuovo e rivoluzionario formato ci permette di isolare fino a venti tracce, variare la tonalità di 8 semitoni e modificare facilmente la velocità di riproduzione. A questo si aggiunge la possibilità di lavorare anche con file multimediali quali video e testi in pdf, che possono essere sincronizzati permettendo la creazione di files con lyrics o videoclip interattivi.


STEMS

Un'altro rivoluzionario file è lo Stems, un formato proprietario in sviluppo da almeno sette anni, adesso finalmente disponibile e messo a punto dalla software house Native Instruments, che tutti conosciamo come l'azienda che ha dato i natali ai software e toolkit per dj e producer come: Traktor, Komplete e Reaktor.
L'idea è praticamente identica a quella che ha permesso lo sviluppo dell'Mp5, ma il numero delle tracce da poter isolare è minore: soltanto quattro, più quella in cui la traccia musicale è completa. 
Anche in questo caso, come per MP5, i files sono leggibili dai players tradizionali ma per tutto l'iterazione effettiva bisogna utilizzare l'apposito software sviluppato dalla stessa NI.
Anche qui le possibilità sono molteplici, sia per il djing live, che per le produzioni in studio.
Pensate alla possibilità ad esempio, di creare un mashUp in tempo reale, dal vivo e con un solo clic! 

Conclusioni

Le prospettive sono entusiasmanti, ma nel contempo fanno suonare un ulteriore campanello dall'arme sulla violazione dei copyright, mettendo altra carne al fuoco (Come se già non ce ne fosse abbastanza). Una linea di basso, un riff di chitarra, un particolare vocalizzo o una splendida melodia, sono adesso messi a rischio, perché quando questi file saranno alla portata di tutti, tutti potranno prendere le singole parti e rielaborarle a loro piacimento. Se da un lato si consegnano le chiavi della creatività a tutti, dall'altro si mette a rischio il lavoro di musicisti dj e tecnici già sufficientemente svalutati da un mercato fin troppo inflazionato.
L'innovazione è sempre un bene, ma ciò su cui dobbiamo riflette e sul modo in cui utilizziamo gli strumenti forniti dall'innovazione. Le serate karaoke non mancheranno ma come si comporterà la nostra cara vecchi SIAE con tutto ciò?

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