Benvenuto!!  "L'Arte con la D maiuscola"  è una raccolta di articoli riguardanti l'arte del djing. In questo primo articolo cominceremo a vedere i fondamenti del mixaggio partendo dal beatmix.
Il Dj è una sorta di Direttore d’orchestra moderno, ha il compito di scegliere la musica adatta, la sequenza più adeguata e il mixaggio più opportuno.

Il mixing è l'opera d'arte dei Dj, ne esistono diverse tipologie con diverse modalità di esecuzione che si adattano in base a quelle che sono le esigenze dell’ambiente,  della musica e dello stesso esecutore. Mixage letteralmente vuol dire “Miscelazione”, in effetti, in mixaggio non è altro che la fusione di due o più tracce musicali. Sia che si parli di mash-up, di crossover, di filtering o scratch il concetto base è lo stesso, miscelazione di diverse sorgenti sonore, in genere di tipo musicale. Senza ombra di dubbio, il tipo di mixaggio più famoso e maggiormente utilizzato è il mix in battuta (beat mix) creato dalla cultura House Music americana degli anni ’70. Questa è la tecnica che ha reso celebri i Dj per la loro capacita' di creare un flusso continuo, coerente e senza “buchi” per diverse ore. Vediamo in dettaglio cos'è il beat mix su due tracce musicali:

Fase preliminare:

Aventi due canali audio A e B collegati a due diverse fonti sonore (Ad esempio un disco in vinile o un CD), mettiamo il canale A e B in diffusione e lanciamo il brano del canale A

Mixaggio:

Consiste nel “lanciare” la traccia musicale del canale B 32 battute prima del suo effettivo ingresso, in sincrono con le battute del brano del canale A, che contestualmente sta “girando”. Ci si troverà così ad ascoltare per un po’ (Per 32 battute) due brani contemporaneamente creando automaticamente un terzo brano inedito creato da noi fondendo le due sorgenti musicali (B entrante e  A uscente). Alla 33esima battuta del brano in B il brano in A viene messo in pre-ascolto mentre B continua a girare, eseguendo cosi uno scambio di ruoli.
Modalità:
Questo tipo di mixaggio è prolungato ma molto pulito e permette di passare da A in B in maniera quasi impercettibile.
Chiaramente è fondamentale che i BPM (battiti per minuto) siano regolati alla perfezione per evitare sfasamenti che rischiano di creare un terzo brano che risulti un insieme sfasato di suoni difficilmente orecchiabili. Il fatto è che, anche se si riesce facilmente a lanciare il pezzo in battuta (Ovvero facendo combaciare la prima battuta di B con una battuta di A, solitamente la prima battuta di un’ottava), non sempre le due tracce musicali hanno gli stessi BPM, per questo viene spesso utilizzata la tecnica del timestrecthing (O picthcontrol) e del debending (cioè piegatura). Mentre la prima permette, infatti, la variazione forzata dei BPM (Tramite l’agilità della mano sul disco o attraverso l’uso del Picth control) la seconda tecnica permette di curvare una nota variandone la tonalità; Le due tecniche vengono in genere utilizzate contemporaneamente per permettere di modificare il “tempo” mantenendo in alterata la tonalità della traccia musicale da miscelare.
Esistono diverse modalità di esecuzione del “beat mix”, le principali e le più utilizzate sono:

  • Beat mix a sovrapposizione semplice;
  • Beat mix a dissolvenza incrociata: B parte a volume 0db e aumenta gradualmente fino ad arrivare al volume di A, mentre A contemporaneamente diminuisce di volume fino ad andare a 0 db;
  • Beat mix a dissolvenza entrante: stesso procedimento con la variante che il volume di A non varia;
  • Beat mix a dissolvenza uscente: B parte con volume di A ed A gradualmente va a volume 0db;
  • Beat mix con filtering: l’esecuzione è come nei mixaggi con dissolvenza incrociata solo che a variare non sono i volumi ma le diverse frequenze (Per intenderci gli “Alti, Medi e Bassi”) attraverso l’uso dei filtri passa banda presenti nei mixer da Dj;
  • Beta mix ibrido: A queste tecniche fondamentali vanno aggiunte altre che possiamo definire ibride in quanto sono la fusione alternata della varie tecniche come queste elencate.

E’ chiaro che per eseguire questo tipo di mixaggio è necessaria molta pratica, una ferrea conoscenza dei brani uniti ad un buon gusto nell' associare brani che si fondono in maniera armoniosa e che trasmettano insieme il giusto “sound”.

Per il momento ci soffermiamo qui, se volete imparare ad effettuare un beatmix potete seguire i Videocorsi per dj sul canale DJF CHANNEL, avremo modo di parlare delle altre tecniche di djing nei prossimi capitoli della Rubrica “ L’Arte con la D maiuscola”.
Grazie per l’attenzione!!

2 commenti:

  1. Bell'articolo veramente. Sempre preciso ed esaustivo. Premetto che sono un neofita del mondo del dj. Te cosa intendi con “lanciare la traccia musicale del canale B 32 battute prima del suo effettivo ingresso, in sincrono con le battute del Brano del canale A, che contestualmente sta girando”? Se ho capito bene devo far partire la traccia B all'inizio per mixare vero? oppure partire da un punto di cue?

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  2. Il brano B può partire da un qualsiasi punto di CUE da te preimpostato, ma deve sovrapporsi al brano A per un minimo di 32 battute. La sovrapposizione può essere più o meno udibile dal pubblico, questo dipende dalle scelte del DJ. In base alle tipologie di dissolvenza che si sceglie di applicare alla sovrapposizione si ottiene un determinato tipo di beatmix

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